• Bracciale/Bracciante

    I bracciali esplicavano tutti i lavori agricoli, soprattutto quelli più pesanti, alle dipendenza di un datore di lavoro. Erano quindi salariati occasionali, assunti soprattutto per il compimento di lavori stagionali o per l’esecuzione di opere straordinarie di miglioramento che non richiedevano una precisa specializzazione. Potevano possedere piccoli appezzamenti di terra per la propria sopravvivenza.

  • Calzolai/Sarti

    Appartenenti al terzo ordine sociale, secondo gli schemi della fine del 1700, insieme a orefici, muratori, pittori, falegnami, parrucchieri, bottai, carrettieri e beccai, si distinguono per intraprendenza e intelligenza, un livello di istruzione seppur minimo che li aiuta ad emergere e una posizione economica non disagiata. Spesso lavorano per i nobili e questo li fa guadagnare e apre loro le porte verso un'integrazione sociale che si compirà a metà Ottocento quando i nobili, ormai decaduti, e la borghesia danarosa, attiva, intraprendente e intelligente, formeranno il nuovo ceto dei galantuomini. Molti di loro saranno promotori del partito liberale e dei moti rivoluzionari antiborbonici nel corso dell'800. Alla fine del secolo trasformatisi per lo più in negozianti e commercianti, rappresentanti dell'alta borghesia, saranno tra i principali promotori della Camera di Commercio e delle Arti di Bari.

  • Cantiniere

    Commerciante di vini. Anche oste e taverniere. Nell'industria vinicola, addetto ai lavori di vinificazione. 

  • Capomastro

    Il capomastro è una figura intermedia tra architetto, ingegnere, scalpellino e imprenditore edile. “E’ colui che, essendo per abilità e ingegno emerso dalla schiera degli operai specializzati dopo essere stato operaio egli pure, profittando più e meglio della pratica manuale è in grado di provvedere all’esecuzione dei complessi disegni dell’architetto o dell’ingegnere, all’organizzazione di cantieri, e anche di ideare l’opera da eseguire”. Citazione da “Enciclopedia Italiana voce Capomastro di Adriano Prandi” riportata in nota n. 15, pagg 60-61, “Il Cimitero Monumentale di Bari” di Sergio Chiaraffa e Giulia Perrino, Il Gelso Rosso, Bari 2016.

  • Cavallerizza

    Zona di Bari vecchia, la Cavallerizza prende questo nome perché vi si trovavano le scuderie del Castello e poi già nel '500 le stalle di coloro che fittavano vetture e cavalli. Nel 1700 vi si trovavano anche un paio di mulini.

  • Civile

    Gentiluomo o gentildonna, possidente che vive di rendita. 

  • Clot Bey - Il Cairo Egitto

    Clot Bey è un quartiere periferico del Cairo, vicino alla stazione, a fine Ottocento luogo di residenza di numerose comunità straniere europee, tra cui quella italiana. Era un quartiere molto vivace, in cui si incontravano bancarelle per la vendita di cereali, frutta e verdura e nel quale sorsero bei palazzi in stile europeo che però presto iniziarono ad ospitare bar, locali, alberghi e case di malaffare. E così fino agli anni Quaranta del Novecento, Clot Bey da rappresentare il sogno di una nuova vita per i migranti italiani, greci, armeni, etc. diventò il luogo della prostituzione (ben presto legalizzata e regolamentata dalle leggi nazionali) e dell’alcolismo, dove andavano a divertirsi i soldati inglesi vincitori nella guerra anglo-egiziana. Agli onesti lavoratori residenti non restava che andare via o subire passivamente le trasformazioni del quartiere, che perse anche la sua eleganza simileuropea con la quale era sorto.

     

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  • Corte Colagualano

    Zona di Bari antica che sorge a ridosso delle antiche mura cittadine e a due passi dalla Cattedrale, tra le più popolose della città. Oggi corrisponde a piazza Corridoni, dalla quale si diramano strada Ronchi, strada Lamberti, strada Sagges (tra le altre) e nella quale è presente, ancora intatto, un tipico esempio di casa torre sede del Museo Civico. Nate come piccoli palazzi di nobili famiglie, che nell'elevazione in verticale risolvevano sia i problemi di spazio sia quelli difensivi, le case torri nella seconda parte dell'Ottocento diventano vere e proprie palazzine che su ogni piano ospitano anche più di una famiglia. Oggetto di un'importante ristrutturazione urbanistica negli anni Cinquanta del Novecento con l'apertura di piazza Corridoni, che snatura l'originaria viabilità fatta di stradine piccole, strette e troppo spesso fatiscenti.

    Prende il nome da Cola Gualano, ricco popolano che nella metà XVIII secolo compera e ammoderna le case della Corte di San Gregorio per poi fittarle.

     

     

  • Ferraro

    Il fabbro gestiva il fuoco generato dal carbone nella forgia e lavorava il ferro rovente per realizzare utensili necessari a tutti, dai contadini, alle donne di casa, ai vaticali. Tra i suoi principali compiti c'era la ferratura di cavalli, asini e buoi.

  • Filatrice

    Titolo solitamente attribuito alle donne nelle società agricole dell’Ottocento, in quanto si soleva filare e tessere in casa, sia per uso personale che per piccolo commercio di sopravvivenza. È raro trovare questa qualifica negli atti della città di Bari, mentre quasi tutte le donne del popolo nei paesi dell’entroterra barese vengono indicate come filatrici o contadine.

  • Fondachino

    La figura del fondachiere (o fondacaio, fondacaro, fonticaro, ecc.) poteva assumere diversi profili e svolgere mansioni diverse: poteva essere l’esattore di un canone dai mercanti le cui merci ospitava e custodiva nel locale assegnatogli – e in questo caso doveva documentare il traffico di merci e renderne conto; poteva essere il distributore di biade e farine ai concittadini in tempi di carestia o il supervisore di un ufficio doganale; poteva avere l’incarico di gestore del locale in cui il sale veniva depositato, registrato, messo in vendita; o poteva essere il gestore di un’agenzia di prestiti su garanzia di oggetti dati in pegno. Ciò che accomuna questi profili è il rapporto con l’amministrazione pubblica alla quale il gestore del fondaco era tenuto a rendere conto, diventando come un intermediario tra essa e i mercanti o i cittadini. Da www.linkiesta.it

  • Fornaciaro

    Colui che esercita l'arte di cuocere in una fornace. Prepara il fuoco, controlla la combustione e l'emissione di fumi, si accerta che il calore si distribuisca uniformemente e si occupa della manutenzione del forno e di tutti i suoi ambienti.

  • Generale Nicola Bellomo

    Immagine tratta da Wikipedia

    Nato a Bari il 2 febbraio 1881, dal commerciante Andrea Bellomo e Isabella Ungaro nella casa della Vallisa, nipote di Antonio Bellomo, appartenente a una famiglia di armatori proprietari di una piccola flottiglia da pesca. Sposa nel 1908 la tarantina Adele Fischetti. Ufficiale di carriera proveniente dall'Accademia Militare, fu capitano d’artiglieria nella Prima guerra mondiale ottenendo la decorazione di Croce di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia. Nel 1941 venne incaricato del comando del Presidio Militare di Bari e del campo di prigionia di Torre Tresca e nel 1943 difese con grande valore il porto di Bari da un feroce attacco tedesco. Ricordato come generale dal pugno di ferro, con se stesso e con i suoi uomini, capace però di dare “pieno riconoscimento del merito, dove era il merito” da Giuseppe Lembo in “Il Generale Nicola Bellomo”, pubblicato sul Manifesto, anno V, n. 157, 4 luglio 1949, fu accusato d'essere responsabile della morte di un ufficiale inglese prigioniero e del ferimento di un altro ufficiale britannico, durante un tentativo di fuga avvenuto nel novembre del 1941 da Torre Tresca. Il rigore verso i prigionieri inglesi gli costò l’inimicizia degli Alleati che lo fucilarono, ingiustamente, l'11 settembre 1945 a Nisida (Na) per crimini di guerra. Nel 1951 fu decorato dalla Repubblica Italiana con la Medaglia d'argento al Valor militare.

     

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  • Industriante

    Chi ha avviato una piccola attività industriale.

  • Maccheronaio/pastaio

    Figura ottocentesca folkloristica nel Mezzogiorno, in particolare a Napoli, il maccheronaio o pastaio è colui che produce e vende la pasta, sia cruda che già cotta e condita. Poteva avere una bottega o anche solo un carretto, e non mancano testimonianze di pastai che vendevano pasta già cotta e condita conservata in grandi cesti girando per strada. Naturalmente il principale condimento era il sugo di pomodoro o il ragù. L’usanza, soprattutto per spaghetti e vermicelli, era quella di mangiarli con le mani, anche se ci si accomodava fuori dalla bottega. Praticamente le origini del nostro street food!

  • Marinai

    Come spiega Saverio La Sorsa in La vita di Bari durante il secolo XIX - Parte prima Dalla fine del secolo XVIII al 1860, Vecchi Editore, Bari 1913, i marinai erano laboriosi e intraprendenti, a metà tra mercanti e armatori, facevano navigazione di piccolo cabotaggio e vivevano agiatamente. Anche se non erano istruiti erano tanto arguti da conoscere il mare e saper affrontare la navigazione nell'Adriatico spingendosi fino allo Jonio e al Tirreno. I pescatori invece lavoravano su paranze e piccole barche, praticavano la pesca a strascico, vivevano in casupole vicino al mare ed erano poveri. I primi entro la metà dell'Ottocento raggiungeranno il prestigio della borghesia commerciale, lasciando la navigazione diretta per dedicarsi solo alla compravendita su terraferma o diventando intermediari commerciali con l'estero. 

  • Operaio agricolo

    Gli operai agricoli erano lavoratori salariati, impiegati anche a giornata, per svolgere nel campo non solo mansioni proprie del contadino ma anche interventi più vicini alle specializzazioni dei manovali come la costruzione di pareti, casedde, piscine, o in generale interventi di edilizia semplice, oppure come scaricatori nei frantoi e nei mulini.

  • San Gaetano

     

    La Chiesa di San Gaetano fu fondata nel 1056 e dedicata al Salvatore; nel 1675 fu affidata ai Teatini devoti a San Gaetano. Per info Bari Vecchia: un contributo collettivo alla conoscenza del Borgo Antico di Bari 

    Tra Strada San Gaetano, Arco del Conservatorio della Pietà, Largo e Corte Lamberti, Strada Incuria e Arco di Paolo da Tolosa anticamente era compreso il Ghetto di Bari e quella che oggi è strada San Sabino era la strada della Sinagoga. Il Ghetto era già scomparso verso la metà del XVI secolo.

  • San Giuseppe

    Posizionata tra piazza Chiurlia, strada Boccapianola e Corte Colagualano, è la prima chiesa che si incontra provenendo da via Sparano. Per info Bari Vecchia: un contributo collettivo alla conoscenza del Borgo Antico di Bari 

  • Santa Barbara e San Domenico

     

    Tra gli anni 20 e 30, dopo la demolizione delle mura della città, le strade di quello che era il nuovo confine tra parte antica e parte nuova cioè le strade San Domenico e Santa Barbara furono per buona parte rinnovate e ingentilite. Proprio qui inizia la costruzione del Palazzo dell’Intendenza, progetto affidato a Giuseppe Gimma, ingegnere comunale sino al 1827, una delle più importanti realizzazioni uranistiche della città terminato nel 1841 per un investimento di circa 40.000 ducati.         

  • Scalpellino

    Gli scalpellini sono, ed erano, artisti della lavorazione della pietra e del marmo, scultori non riconosciuti come tali, perché dediti per lo più alla realizzazione di manufatti o decorazioni in serie. Nella Bari murattiana gli scalpellini fecero un importante lavoro sui frontoni dei portoni e sulle cornici delle finestre dei nuovi ed eleganti palazzi borghesi.

  • Spurgatore

    Mestiere che compare a fine 1600 grazie alla diffusione dei pozzi neri nelle case dei nobili, spesso collocati nei giardini e nei cortili, anche all'interno delle città. Gli spurgatori, inoltre, pulivano e rimuovevano i detriti nelle piscine delle case, dove si raccoglieva acqua per i diversi servizi e pulizie domestiche. 

     

  • Strada del Carmine

    Giuseppe Gimma, ingegnere comunale fino al 1827, fu autore dell'imponente progetto di restauro del monastero del Carmine, adibito nel decennio francese a sede della caserma della compagnia provinciale e poi utilizzato come ospizio per persone, che non pagavano l'affitto e non avevano alcuna cura dell'edificio stesso. L'incarico di ristrutturazione dell'edificio venne affidato al Gimma nel novembre del 1826 e prevedeva di destinare il pianterreno alla locazione e gli ambienti del piano superiore a sede del Comitato di vaccinazione (7 ambienti, di cui uno destinato all'abitazione del suo funzionario), al Tribunale del commercio (5 ambienti) e al Giudicato di conciliazione (11 ambienti, di cui uno per l’abitaizone del magistrato).