Generale Nicola Bellomo
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Nato a Bari il 2 febbraio 1881, dal commerciante Andrea Bellomo e Isabella Ungaro nella casa della Vallisa, nipote di Antonio Bellomo, appartenente a una famiglia di armatori proprietari di una piccola flottiglia da pesca. Sposa nel 1908 la tarantina Adele Fischetti. Ufficiale di carriera proveniente dall'Accademia Militare, fu capitano d’artiglieria nella Prima guerra mondiale ottenendo la decorazione di Croce di Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia. Nel 1941 venne incaricato del comando del Presidio Militare di Bari e del campo di prigionia di Torre Tresca e nel 1943 difese con grande valore il porto di Bari da un feroce attacco tedesco. Ricordato come generale dal pugno di ferro, con se stesso e con i suoi uomini, capace però di dare “pieno riconoscimento del merito, dove era il merito” da Giuseppe Lembo in “Il Generale Nicola Bellomo”, pubblicato sul Manifesto, anno V, n. 157, 4 luglio 1949, fu accusato d'essere responsabile della morte di un ufficiale inglese prigioniero e del ferimento di un altro ufficiale britannico, durante un tentativo di fuga avvenuto nel novembre del 1941 da Torre Tresca. Il rigore verso i prigionieri inglesi gli costò l’inimicizia degli Alleati che lo fucilarono, ingiustamente, l'11 settembre 1945 a Nisida (Na) per crimini di guerra. Nel 1951 fu decorato dalla Repubblica Italiana con la Medaglia d'argento al Valor militare.
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