Albergo

DA GIORGIO A PASQUA ALBERGO (META' DEL 1700 - META' DEL 1900)

Gli Albergo sono una famiglia contadina originaria di San Giuseppe. Il capostipite è Giorgio Albergo, figlio di Francesco e Giacoma Cascione, che vive nella seconda metà del 1700 (muore nel 1815), sposa Serafina Covelli (morta nel 1827) e da lei ha Francesco (nato probabilmente intorno al 1760 e morto nel 1833), il quale sposa verso il 1790 Grazia Santa Guaragno di Saverio. Nel 1791 nasce il loro primogenito Giorgio, a cui seguono Serafina, Saverio (villano, marito di Francesca Petruzzelli, morto nel 1886) e Maria Nicola (che nel 1835 sposa il villano Sebastiano Loiacono).

Giorgio Albergo nel 1816 sposa Pasqua Manzaro, figlia di un beccaro di Colagualano, Vito Manzaro, e di Crescenza Scaramuzzi. Serafina Albergo, sorella di Giorgio, nel 1818 sposa Nicola Franco, villano di Tresca, aprendo la strada a un connubio familiare tra Albergo e Franco che durerà nel tempo. Giorgio e i suoi figli, Nicola Franco e i suoi figli, e suo cugino Giuseppe Franco sono spesso presenti come testimoni negli atti pubblici delle rispettive famiglie, a dimostrazione del loro forte legame e di una frequentazione abituale. Una frequentazione che porterà due figli di Giorgio e Pasqua Albergo a sposare due figli di Giuseppe Franco: Vito Albergo, nato nel 1826, sposa nel 1850 Pasqua Franco; Michele Albergo, nato nel 1834, sposa Eulalia Franco nel 1860. Gli altri figli di Giorgio Albergo e Pasqua Franco sono: Francesco, nato nel 1819, che sposa nel 1844 Maria Armenise; Crescenza, nata nel 1828, sposa nel 1850 Vito Antonio Ladisa villano; Maria Nicola, nata nel 1832, sposata nel 1854 con il villano Michele Loseto.

Il matrimonio tra Vito Albergo di Giorgio, villano, e Pasqua Franco di Giuseppe dura diciassette anni, vivono nella città vecchia tra San Giuseppe, Nucciaserra, Vermicocca e San Giacomo, e nelle campagne di contrada Graziamonte (attuale zona di via Celso Ulpiani) sulla via vecchia per Valenzano dove erano ubicate le terre coltivate dagli Albergo, che non erano bracciati salariati ma agricoli, cioè affittuari o coloni che avevano a disposizione terre da cui ricavare il necessario per vivere ma anche per guadagnare qualcosa. Dei loro figli raggiungeranno l’età adulta solo il primogenito Giorgio (nato nel 1851, sposa nel 1873 Rosa Mosca), Teresa, Francesco e Pasqua, nata il 6 ottobre 1867 proprio nella casa di contrada Graziamonte, giorno del quarantesimo compleanno della mamma, che muore dopo solo dieci giorni nella casa di strada Attolini. Vito Albergo si ritrova solo con tre figli tra i 16 e i 7 anni e una neonata di neanche due settimane; così non perde tempo e si risposa nel dicembre del 1867 con la nipote diciassettenne Maria Giuseppa Franco, figlia del fratello maggiore della moglie defunta, Nicola Donato. La ragazza, giovane e sana, è una balia perfetta per la piccola Pasqua, alla quale molto presto dà numerosi altri fratelli e sorelle. La famiglia vive inizialmente in strada San Giacomo, dove vive anche il padre di Vito, Giorgio che muore nel 1871 (mentre la mamma Pasqua Manzaro muore nel 1877 nella casa di Macario), poi si trasferisce in contrada Graziamonte fino al 1884, quando risultano vivere in corte Colagualano, esattamente in via Ronchi n. 15, stesso indirizzo dove vive la giovane Pasqua Albergo ormai sposata con Domenico Loconsole.

Non si può dire se Vito e Maria Giuseppa vivano negli stessi appartamenti di Pasqua e Domenico, ma la cosa non stupisce perché proprio in quel periodo storico a Bari si assiste a una grande penuria di alloggi per le famiglie contadine non abbienti nel borgo antico, poiché il borgo murattiano era destinato a dare ospitalità esclusivamente alla borghesia mercantile, bancaria e dei funzionari pubblici.

Una certezza è che le due famiglie vivessero in grande simbiosi tra loro e anche con la famiglia di Michele Loconsole e Angela Fanelli, cioè padre naturale e matrigna di Domenico Loconsole. Ne è una prova il matrimonio tra Nicola Donato Albergo, figlio di Vito e Giuseppa Franco, di mestiere ebanista, e Domenica Loconsole, figlia di Michele e Angela Fanelli, celebrato nel 1903; a questa data Vito Albergo è già morto. Altri figli di Vito e Maria Giuseppa Franco sono: Grazia, nata nel 1870 che nel 1892 sposa Domenico Antonacci; Filomena, nata nel 1892, sposa nel 1939 Francesco Albanese.

 Domenico Loconsole e Pasqua Albergo

 

 

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Giuseppe Franco, figlio di Nicola Donato (morto nel 1812 a 80 anni) e Serafina Scianatico, è un villano di San Giacomo, che sposa nel 1808-1809 Teresa Costantini, figlia di Nicola Lonardo Costantini, calzolaio di San Giuseppe, e Angela Antonia Lobuono. I loro figli, tutti destinati a essere villani, sono: Serafina (1812-1852), moglie di Lorenzo de Benedictis; Nicola Donato (1813-1874) sposa Vita Scavo e sono i genitori di Maria Giuseppa Franco che sposerà in seconde nozze Vito Albergo; Nicola Lonardo, nato nel 1818, sposa nel 1846 Rachele De Nicolò; Pasqua Maria (06/10/1827-16/10/1867) moglie di Vito Albergo, madre di Pasqua Albergo, futura moglie di Domenico Loconsole; Eulalia Maria Antonia, nata nel 1830, sposa in prime nozze nel 1860 Michele Albergo, fratello di Vito, e in seconde nozze nel 1885 Vito Spigonardo.

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Vito Manzaro, beccaro di corte Colagualano, figlio di Francesco e Pasqua Monopoli, marito di Crescenza Scaramuzzi, muore 50enne nel 1818. A questa data i maggiori dei loro figli erano sposati o in procinto di sposarsi: nel 1816 Pasqua sposa il contadino Giorgio Albergo; Francesco, beccaro, sposa nel 1817 Anna Ladisa, ma muore a 34 anni nel 1825; Silvia, diciannovenne, sposa nel gennaio del 1818 (un mese prima della morte del padre) Gaetano Colella, villano; Maria, anche lei diciannovenne, nel 1819 sposa il bottegaio di Santa Barbara, Giovanni Traversa di Luigi, famiglia di negozianti “notabili” nel futuro della città. Questo matrimonio avrà un epilogo inaspettato, poiché Maria muore nel dicembre del 1824 e dopo sei mesi Giovanni sposerà la cognata, sorella di Maria, Marianna Manzaro, ventenne. Sembra che Giovanni Traversa abbia un ruolo importante per la famiglia Manzaro, in quanto i minori dei figli di Vito e Crescenza, chiamati Mauro e Michele diventeranno bottegai e vivranno a Santa Barbara, proprio come il cognato, testimone nelle loro nozze: Mauro sposa nel 1830 sposa Porzia Canniello e Michele nel 1831 Giovanna Caldarulo.

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