Bari nei secoli scorsi

(Giambattista Albrizzi, La città di Bari, 1761 in www.viaggioadriatico.it)

 

Tra XVI secolo e la seconda metà del XVIII secolo, la Terra di Bari tende a essere marginale per la vita del Regno di Napoli; poteri economici e politici si concentrano principalmente nella capitale, Napoli. La vita politico-amministrativa barese è nelle mani di poche e ristrette oligarchie di nobili e proprietari terrieri, ed è segnata da imposizioni fiscali, corruzione amministrativa e moti popolari, fomentati anche dalle continue carestie e pestilenze (importantissima quella del 1656-1657). E almeno fino al 1676 Bari continuano gli assalti dei Turchi, che destabilizzano la città.

Nel 1806 per volere di Giuseppe Bonaparte l’Udienza di Trani viene spostata a Bari e diventa Intendenza di Bari. Anche se Trani è una delle più belle città delle Puglie, con un porto molto attivo e una tradizione giuridica di eccellenza (che conserverà), Bari venne considerata dai Francesi una città con maggiori potenzialità di sviluppo e con una maggiore centralità rispetto al territorio provinciale. Inoltre il suo ceto mercantile sembra già essere particolarmente attivo e lungimirante.

Nel maggio del 1741 alcuni zelanti cittadini di Bari esposero al Re ed alla Real Camera di S. Chiara che il governo della loro città era ormai in mano di poche famiglie della Piazza dei Nobili e del Popolo Primario; poiché la maggior parte delle famiglie nobili si erano estinte la richiesta fu di unire le due Piazze. La Real Camera con un primo decreto del marzo 1745 ordinò che questo avvenisse e l’anno successivo furono aggregate venti famiglie. I nobili si opposero sostenendo che a queste famiglie non competeva il titolo di Patrizio. E da questa opposizione ebbero origine numerose controversie.

Alla fine del XVIII secolo Bari si presentava come una penisola sopraelevata sul mare, circondata da paludi (dove si coltivava il lino), da orti, frutteti e coltivazioni di cotone. Le mura sul mare erano carrozzabili (la nostra Muraglia) e offrivano una vista che molti visitatori, anche stranieri, non mancano di elogiare. Emanuele Mola (citato da Enrica Di Ciommo, Bari 1806-1940, pag. 42, Milano 1984) la descrive come “troppo deliziosa, così per la sua nettezza, come per il continuo aspetto del mare e della vicina riviera tutta sparsa di belle case di campagna e vaghi giardini, del porto e finalmente per i suoi vistosi palazzi che l’adornano, e buoni baluardi provveduti di cannoni ed artiglieria. Le sue strade interne, a riserva di poche, sono poi alquanto anguste ed ineguali e dal tempo rese impraticabili, in guisa che hanno necessariamente bisogno di lastricarsi nuovamente come si spera tra poco”.