Canosa nei secoli scorsi

Mappa medioevale della città di Canosa by Habemusluigi at it.wikipedia [Public domain], from Wikimedia Commons

 

La Canosa della fine del 1700 si presenta come un tranquillo e sonnolento centro rurale di provincia, a prevalente economia ago-pastorale, che condivide aspetti socio-culturali più con la Capitanata e la Basilicata che con le città di mare come Barletta o Trani. Niente a che fare con la grande Canosa dell’Antichità, di cui si conservano gli antichi resti archeologici in una situazione di degrado che gli stranieri in viaggio per il Gran Tour in Italia non mancano di sottolineare. Gli stessi però non mancano di sottolineare la cordialità e l’ospitalità dei Canosini, gente semplice, contadini, pastori e artigiani inconsapevoli del tesoro che quelle “rovine” rappresentano, ma certamente affascinati e inorgogliti dalla presenza degli stranieri.

“La odierna città fatta priva del temuto castello, distrutto dagli uomini più che dalla edacità del tempo, ha abbandonata la vetta distendendosi a valle verso oriente con mediocri edifizii e con una tal quale regolarità di strade. È contornata da apriche e ridenti colline; in gran parte del suo agro va fiancheggiata dal serpeggiante corso dell’antico fiume Aufidium (ora Ofanto), alla distanza di circa 3 chilometri; gode di un territorio bastevolmente fertile in ogni sorta di produzioni. Non difetta infine di qualche buon pascolo, avendo la pastura dato luogo a dissodazioni per vigneti più che per altro; sicché trovati insufficienti i 15.000 ettari di agro canosino, sonosi gli abitanti spaziati nei finitimi territori per colonia, onde una ben discreta produttività in complesso, con conseguente commercio” (in Annuario storico-statistico-commerciale di Bari e Provincia 1882-1883 di Domenico Mele, Stab. Tipografico F. Petruzzelli e Figli, Bari 1883, pag. 163).