Loreta Sorrenti nasce a Canosa nel 1843 da Antonio e Dorotea Di Simone, appartenenti a due famiglie contadine; ma se questi ultimi sono piccolissimi proprietari di vigne, i Sorrenti già agli inizi del 1800 risultano essere proprietari di numerose e redditizie terre. 

Ad Antonio e Simeone Sorrenti (rispettivamente bisnonno e nonno di Loreta) nel Catasto provvisorio di Canosa del 1814 (presso Archivio di Stato di Bari) sono assegnati vari terreni a seminato, ortalizio, vigne e delle cantine di botti. Negli anni ’40 dell’800 Simeone e suo figlio Antonio (papà di Loreta) risultano proprietari di terre coltivate a vigneto e potrebbero essere coinvolti direttamente nella compravendita di uva da vino con i cantinieri della città, molti dei quali sono presenti nei loro atti pubblici come testimoni, categoria a cui appartengono anche gli Iacobone. Proprio dagli atti pubblici della famiglia Sorrenti si evince che nella seconda metà dell'Ottocento essa rientra tra le famiglie di possidenti della città di Canosa: Simeone nel 1853 sposa in seconde nozze Savina Saccinto, appartenente a un'altra famiglia di proprietari terrieri, e quando muore nel 1869 a 82 anni nella casa di via Carlo Pisacane gli viene riconosciuto il titolo di possidente. Stesso titolo che viene attribuito alla sorella Marta, che muore nel 1834 moglie di Michele Barbarossa. 

Vero la metà dell’Ottocento, infatti, i proprietari di vigneti del territorio di Canosa hanno un'importante occasione per vedere espandersi le loro proprietà: viene definitivamente abbandonata la cerealicoltura a favore di coltivazioni ad oliveto, vigneto e alberi da frutto e vengono ridistribuite le terre pubbliche. “L’espansione dell’oliveto e del mandorleto assume dimensioni quasi sconvolgenti soprattutto nel Distretto di Barletta, un’area in cui la fine del regime della Dogana di Foggia e la censuazione e, poi, privatizzazione delle terre del Tavoliere, hanno liberato decine di migliaia di ettari di terre vincolate da secoli al pascolo naturale e all’incolto. Tra il secondo decennio e gli anni Sessanta del XIX secolo nel Distretto di Barletta si passa da poco più di 11.000 a non meno di 32.000 ettari di oliveti e mandorleti” (da “Produzione, commercio e infrastrutture nel decollo di Bari" di Angelo Massafra, pagg. 124-125, in Storia di Bari nell’Ottocento, Laterza, Bari 1994). I Sorrenti sembrano aver colto l'occasione. 

Francesco Di Simone (nonno paterno di Loreta) è invece un piccolo proprietario di vigne e di una casa al Corso (informazioni tratte dal Catasto provvisorio di Canosa del 1814 presso Archivio di Stato di Bari), sposato agli inizi dell'800 con Loreta Capacchione, i quali hanno numerosi figli destinati quasi tutti a una morte prematura. Vivono anche in strada delle Fornaci e in strada della Sorgente e muoiono entrambe ottantenni nella casa di vico Mario Pagano, nel 1869 Francesco, bracciante, e nel 1875 Loreta. La figlia Dorotea, nata nel 1811, sposa nel 1836 Antonio Sorrenti, nato nel 1810 da Simeone e Rosa Lomuscio, proprietario terriero di rango superiore al suo. Ma il destino delle due famiglie si incrocia e consolida nel 1849, quando si sposano i fratelli più giovani, Savino Sorrenti e Savina Di Simone.  

Dal matrimonio tra Antonio e Dorotea nascono sei figli, e nel luglio del 1843 Loreta, che porta il nome della nonna materna e della sorella maggiore morta tre mesi prima a tre anni. Nel maggio del 1855 a soli 44 anni Dorotea Di Simone muore, lasciando Antonio con cinque figli: Rosa 18 anni, Loreta 12 anni, Simeone 9 anni, Filomena 7 e Savina 5. Due anni dopo Rosa sposa Nicola Terrone, mentre nel 1859 il padre Antonio si risposa con Grazia Del Vento (famiglia da sempre presente negli atti pubblici dei Sorrenti), dalla quale avrà subito una bimba a cui viene dato il nome della moglie defunta, Dorotea, e che però morirà a solo un mese e mezzo. Nel 1865 Antonio e Grazia danno il nome di Dorotea alla nuova nata, che nel 1888 sposerà Savino Fiore.  

Antonio Sorrenti, che nel corso della sua vita è stato definito più volte possidente, morirà nel 1881 a 71 anni nella casa di vico Savonarola con il semplice titolo di contadino, attribuito anche al figlio Simeone nell'atto di morte. Una morte precoce avvenuta nel 1891 e a breve distanza dalle sue sorelle Loreta, che morirà nel 1893, e Savina, che muore nel 1895. Solo la sorella maggiore Rosa morirà in età avanza (72 anni) nel 1909. 

Pasquale Iacobone e Loreta Sorrenti

 

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