Novità

1754-1814 Michele Bellomo e Serafina Di Marzo

Michele Sabino Antonio Bellomo nasce a Bari il 22/01/1754 insieme alla sua gemella Anna Maria Rosa da Andrea del fu Antonio e da Anna di Onofrio Ninno (che in alcuni atti però viene chiamata Amoruso). Michele è un marinaio navigante, che il 26 dicembre del 1779 sposa Serafina Di Marzo, figlia di Vito Donato e Maria Capriati e dichiara nell’atto di matrimonio di essere libero, cioè non coniugato, e di non essere in navigazione. Dichiarazioni che venivano rilasciate quasi di routine dai marinai naviganti, cioè quelli che attraccavano in porti lontani dove avrebbero potuto facilmente avere altre relazioni e altre famiglie.

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1827-1906 Gaetano Bellomo e Grazia Carrassi

Torniamo da Gaetano Bellomo, ultimo figlio di Andrea e Giuseppa Lopez, nato nel 1827 nella casa di strada Ospedale, battezzato a San Giovanni, che nel 1850 a 23 anni sposa la coetanea Grazia Carrassi, anche lei discendente da una famiglia di marinai della zona Ospedale/Annunziata.

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1769-1832 Pasquale Iacobone e Luigia Casamassima

Il più grande dei figli di Francesco Iacobone e Maria Giuseppa Di Pasquale, è Pasquale Iacobone, nato presumibilmente nel 1769, sposatosi a circa 20 anni con Luigia Casamassima, di mestiere fornaro. Nel Catasto provvisorio di Canosa del 1814 (presso Archivio di Stato di Bari) Pasquale risulta proprietario di vigne e terreni coltivati a sementi e di un sottano/soprano in Largo San Leo. Nell’agosto 1823 insieme al fratello Ludovico vende a Savino Mosca le terre a Conca d’Oro e si discarica anche del sottano di San Leo.

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1864-1951 Giuseppe Bellomo e Carmela Corallo

E veniamo così a Giuseppe Bellomo, la cui figlia Grazia sposerà Vito Loconsole, linea genealogica presente in questo sito. Giuseppe, figlio di Gaetano e Grazia Carrassi, incarna quel ramo di famiglia che sceglie di abbandonare la navigazione per dedicarsi al commercio e al negozio.

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1840-1929 Saverio Massari e Maria Dentuto

Nel 1862 Saverio Massari, figlio maggiore di Marino e Antonia Vitucci, muratore di 21 anni, sposa Maria Dentuto, sedicenne, nella chiesa di San Giuseppe, zona della città in cui lei è domiciliata con la famiglia, che con ogni probabilità appartiene al ceto medio borghese. Il padre Raffaele Dentuto infatti è un facchino, certo ben inserito nelle attività commerciali cittadine, tanto da poter arrivare ad avere in vita il titolo di proprietario. 

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Non sempre gli antentati che ci ritroviamo sono quello che avremmo voluto. Il Corriere delle Puglie dedica enfatici articoli di cronaca alle malefatte della famiglia di Nicolantonio Colucci e Carmela Mastrogiacomo e di Angelo Guardavaccaro e Rosa Laforgia: piccoli furti, qualche imbroglio di troppo e violenza domestica sono probabilmente dovuti alla miseria e alla necessità di sopravvivere.

 

Destreggiarsi con le notizie non sempre coerenti degli atti civili è un gran divertimento e un vero lavoro di investigazione. Un esempio? L'atto di morte di Michele Bellomo nel 1814 a Manfredonia.