La famiglia da cui discende Grazia Bellomo ha origine da Michele Sabino Antonio Bellomo, che nasce a Bari il 22/01/1754 insieme alla sua gemella Anna Maria Rosa da Andrea del fu Antonio e da Anna di Onofrio Ninno o Amoruso.
Michele è un marinaio navigante, costretto a dichiarare nell’atto di matrimonio di essere libero e di non essere in navigazione. Le sue nozze con Serafina Di Marzo, figlia di Vito Donato e Maria Capriati, si celebrano a Bari il 26 dicembre del 1779 e dopo nove mesi nasce il primogenito Andrea, a cui seguono Vito Donato, Nicolantonio, Nicola Vito e Anna. La composizione della loro famiglia la si può ricavare dall’atto di morte dello stesso Michele, avvenuta lontano da Bari, a Manfredonia, nella casa di strada Boccolicchio nell’ottobre 1814 a 60 anni. Michele non muore in navigazione ma muore comunque da marinaio, nella città che ospitava uno dei principali porti di commercio pugliesi. È quindi facile pensare che non sia un marinaio/pescatore ma un marinaio/commerciante, con una propria attività che lascia in eredità ai suoi figli, i quali infatti saranno tutti marinai, così come i loro figli e l’entourage in cui si muoveranno.
Dei figli di Michele Bellomo, seguiremo la discendenza di Andrea. Prima però vediamo come si sviluppa la discendenza degli altri suoi figli: Nicolantonio sposa nel 1810 Francesca Signorile e in seconde nozze Angela Capruzzi e muore nel 1836, marinaio residente in strada Trecantaja; Nicola Vito, marinaio, sposa nel dicembre del 1817 Isabella Grimaldi e muore nel 1859 a 60 anni nella casa in strada Ospedale; Anna muore nel 1819 a 25 anni nella casa di San Domenico, moglie di Marino Lisco; del secondogenito Vito Donato non sappiamo nulla. Negli atti dei ragazzi Bellomo iniziano a comparire nomi che si ritroveranno nelle vite dei loro discendenti. C’è un Benedetto Bellomo, marinaio della Rena, probabilmente un cugino, così come spesso compaiono dei Lopez, marinai, sicuramente imparentati con la moglie del nostro Andrea, e compaiono anche i muratori D’Amore, che la vita vorrà imparentati con i Bellomo alla fine del 1800. Nel marzo del 1822 a 70 circa muore Serafina Di Marzo, moglie di Michele e mamma dei ragazzi sopra citati, vedova da cinque anni, residente in strada Gallitta.
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