Per l’Italia il 1893 è l’anno di fondazione della Banca d’Italia e l’anno in cui in Sicilia esplode il malcontento di contadini, braccianti, mezzadri e minatori, artigiani, piccoli commercianti e piccoli proprietari.

Nel 1890 il socialista De Felice Giuffrida aveva organizzato uno spontaneo movimento popolare di protesta fondando a Catania il "Fascio dei lavoratori", seguito dall’organizzazione di altri fasci in tutta la Sicilia. Avvicinandosi alle richieste dei socialisti (per i quali nel 1892 De Felice fu eletto deputato) il movimento dei fasci affiancava la battaglia contro l'eccessivo fiscalismo e la rivolta contro la tirannia dei "galantuomini" nelle amministrazioni locali, rivendicando soprattutto la revisione dei patti agrari e la distribuzione di terre da coltivare. Le prime agitazioni risalgono proprio alla primavera del 1893, ma il Governo dell'on. Giolitti, giudicando che queste lotte economiche dovessero risolversi di per sé, non aveva preso nessun provvedimento. Nel dicembre del 1893, nel pieno di una crisi ministeriale, a Partinico (Pa) scoppiano gravi tumulti: viene invaso e dato alle fiamme il palazzo comunale e vengono bruciati i canotti del dazio.

Il re affida il Governo a Francesco Crispi, che prima di ricorrere alla forza, tenta le vie "pacifiche" con le istruzioni contenute nel seguente telegramma inviato ai prefetti della Sicilia: "Il Movimento dei contadini contro i Municipi rivela i vizi delle amministrazioni comunali. La ripartizione delle tasse locali spesso non è stata fatta con equità e prudenza, e in molti luoghi i cosiddetti ‘galantuomini’ hanno fatto pesare sui lavoratori il pagamento delle imposte. È tempo ormai di correggere codesti errori, e sarebbe questo il vero mezzo d'impedire giorni luttuosi e di portare la pacificazione negli animi di coloro che vivono della loro opera manuale. Comunichi immediatamente questi miei consigli ai Sindaci della provincia e provveda affinché siano esauditi i voleri del Governo". Continuano però gli incendi di municipi e dei casotti daziari, con liberazione di carcerati, saccheggio di banche e scontri sanguinosi con la forza pubblica. E così Crispi usa la forza. Il 3 gennaio 1894 proclama lo stato d'assedio su tutta la Sicilia, mettendo l'isola sotto i pieni poteri del tenente generale Morra di Laviano, e richiama sotto le armi la classe del 1869 mandando in Sicilia circa 40 mila soldati. I fasci vengono sciolti, i capi tra cui De Felice arrestati, e viene istituito il tribunale militare. (La Storia on line, “Il 1893-1895 in Italia”)

Per approfondimenti si veda il sito cronologia.it: 1893 - Primo Ministero Giolitti - Terzo e Quarto Ministero Crispi 

Non sempre gli antentati che ci ritroviamo sono quello che avremmo voluto. Il Corriere delle Puglie dedica enfatici articoli di cronaca alle malefatte della famiglia di Nicolantonio Colucci e Carmela Mastrogiacomo e di Angelo Guardavaccaro e Rosa Laforgia: piccoli furti, qualche imbroglio di troppo e violenza domestica sono probabilmente dovuti alla miseria e alla necessità di sopravvivere.

 

Destreggiarsi con le notizie non sempre coerenti degli atti civili è un gran divertimento e un vero lavoro di investigazione. Un esempio? L'atto di morte di Michele Bellomo nel 1814 a Manfredonia.