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Categoria principale: Famiglie
Categoria: Massari
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Sulle spalle di Marino Massari, nato nel 1809 da Saverio e Carmina Armenise, poggia l’intera storia della famiglia, poiché è l’unico figlio maschio che diventa adulto, si sposa e con i suoi figli permette alla linea genealogica di andare avanti. Muratore, istruito, perde il padre a 18 anni e si occupa insieme al nonno omonimo dei suoi fratelli e delle sue sorelle, delle cui morti precoci si trova spesso a essere testimone.

Nel dicembre del 1834 sposa nella chiesa della Vallisa Antonia Vitucci, proveniente da una famiglia di ferrari, probabilmente legata professionalmente ai Massari. A dare il consenso del matrimonio è il nonno Marino (che l’anno prima ha dato il consenso anche per le nozze della nipote Francesca).

I giovani coniugi vivono inizialmente ai margini della città vecchia, in quella strada Santa Barbara che è avamposto per il trasferimento nel Borgo murattiano e fanno riferimento alla chiesa della Vallisa. Dal 1840 la loro residenza si sposta nel Borgo (strada Melo, strada Sparano, strada San Ferdinando) e teatro della loro vita religiosa sarà la chiesa di San Ferdinando. E così la famiglia di Marino e Antonia entra di diritto nella nuova medio-alta borghesia barese, acquisendone le tendenze e condividendone le scelte di vita. A partire dal 1830 la nobiltà e i grandi proprietari, anche della provincia, si trasferiscono nel Borgo e in particolare sul corso Ferdinandeo, dove si concentrano le attività politiche e commerciali e dove le famiglie cercano di “aprirsi a possibili nuove relazioni parentali nell’attivo mondo mercantile barese” e di “profittare dei servizi di buon rango (da quelli commerciali a quelli di trasporto, scolastici, sanitari, per il tempo libero) che la città centrale comincia ad offrire. In questa immigrazione nobiliare ed alto-borghese nella città ‘murattiana’ dalla ‘periferia rurale’ della provincia (…) spicca l’assenza delle vecchie famiglie patrizie baresi: (..) i nobili baresi (…) restano arroccati nelle piazze e nei vicoli del nucleo antico e nei propri più importanti palazzi ‘feudali’ dei ‘casali’” (da “Città e ‘piano’ tra Illuminismo e riforma sociale” di Dino Borri, pag. 229, in Storia di Bari nell’Ottocento, vol. 2, Laterza, Bari 1994).

Per le figlie Marino e Antonia scelgono mariti appartenenti alla medio-alta borghesia del commercio e della moda, tranne che per la primogenita Carmina, che nel 1853 sposa nella chiesa di San Ferdinando il falegname Michele Cassano. Scelta assolutamente naturale in un contesto che vede i Massari molto partecipi alle attività edilizie in città. Michele Cassano ha però uno zio venditore privilegiato, che gli fa da testimone, a conferma che anche lui è parte della borghesia commerciale cittadina. Nell'anno in cui Carmina si sposa, nasce la sorella Maria, che vent’anni dopo sposa il sarto originario di Fasano, Potenzo Acquaviva, e, rimasta vedova, nel 1901 sposa il berrettaio e commerciante Nicola Gaudioso, anche lui vedovo. Nel 1855 nasce Francesca che sposa nel 1879 il parrucchiere Domenico Tavano, spesso presente come testimone negli atti pubblici della famiglia.

I figli maschi seguono le orme del padre e anche loro fanno matrimoni con ragazze benestanti o appartenenti a famiglia di commercianti. Il primogenito Saverio, nato nel 1840, diventa muratore e sposa nel 1862 la giovanissima Maria Dentuto, figlia di un facchino; Nicola, nato nel 1845, è indicato negli atti pubblici sia come falegname che come muratore, sposa nel 1868 la proprietaria Serafina Guerra, sorella di un orefice; Giuseppe, nato nel 1851, è carpentiere al momento delle nozze nel 1874 con la sedicenne Isabella De Martino, figlia di un vinaio, mestiere che lui stesso intraprenderà alla fine dell’800 e che ancora esercita quando nel 1904 sposa, in seconde nozze, la giovane Annetta Cristini di Comacchio.

Per il secondogenito Girolamo, nato nel 1843, si sceglie invece un percorso formativo/professionale capace di far affermare la famiglia anche nell’ambito della borghesia dei professionisti. Girolamo è agrimensore, cioè un geometra che si occupa della misura, della divisione e della valutazione dei terreni, ma studia fino a fregiarsi del titolo di ingegnere/architetto. Nel 1867 sposa la ricca proprietaria di Turi, Pasqua Spinelli, sua coetanea; dopo esser rimasto vedovo, nel 1881 sposa in seconde nozze, a Bari, la quindicenne Erminia Alessandrelli.

Antonia Vitucci muore nel luglio del 1867 a 54 anni, nella casa di strada Cappuccini. Marino Massari si risposerà con Anna Carella e morirà nel giugno del 1901 a 92 anni nella casa di via Napoli. Nell’atto di morte viene definito muratore; due muratori sono testimoni, mentre due sagrestani sono i dichiaranti.

 

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