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Categoria principale: Famiglie
Categoria: Colonna
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Felice Colonna viene da una famiglia di mastri muratori di Palo del Colle e darà origine a una schiera di illustri scalpellini, decoratori e pittori, nonché costruttori, protagonisti della vita economica e artistico-intellettuale della Bari della fine dell’Ottocento e dei primi del Novecento, in particolare del periodo Liberty.

Don Felice Colonna nasce a Paolo del Colle nel settembre 1826 da mastro Girolamo Colonna, muratore, e Angela Mercurio, filatrice.

Nell’aprile del 1845 sposa nella chiesa di Palo del Colle (officiante don Domenico Andriola) Chiara Schirone, figlia del falegname Bartolomeo e di Francesca Caiati, ma soprattutto sorella di Luigi Schirone costruttore edile già attivo su Bari negli anni Quaranta dell’Ottocento. La ragazza è di sei anni più grande del diciottenne Felice, ma pare che tra di loro fosse scoppiata una passione irrefrenabile, corredata da fuitina e conseguente matrimonio con la nascita di ben due dozzine di figli! Questo si legge nella scheda su Luigi Colonna tratta dal vol. I di “Puglia d’Oro”, tre volumi curati negli anni 1935, 1937 e 1939 da Renato Angiolillo e ripubblicati dalla Fondazione Carlo Valente onlus con Edizioni Giuseppe Laterza srl. Noi nelle nostre ricerche ne abbiamo contati tredici di figli, di cui diventati adulti una donna e cinque maschi, i quali a loro volta hanno alimentato una numerosa discendenza di artisti e uomini di affari.

Tornando a Felice e Chiara, si sposano a Palo del Colle ma subito si trasferiscono a Bari, dove la ragazza, di origini bitontine, già risiedeva. Siamo in anni di pieno fermento edilizio per la costruzione del nuovo borgo murattiano, la famiglia di Chiara è già ben introdotta nell’ambiente e Felice non perde tempo a far valere le sue doti di mastro muratore o meglio “maestro di scalpello”. Infatti dagli anni Settanta, Felice verrà definito in tutti i suoi atti pubblici non più muratore ma scalpellino, atti pubblici che sin dal matrimonio firma a dimostrazione che proviene da una famiglia che gli ha saputo dare un’istruzione di base, importante proprio al fine di elevarsi da semplice muratore a vero e proprio artista della pietra. La vita di coppia di Felice e Chiara ha inizio nella città vecchia, in strada Altini e a Santa Maria (avendo come riferimento la chiesa di Santa Scolastica), stesse zone in cui vivono gli Schirone, poi però piano piano si avvicinano al borgo murattiano, trasferendosi in strada Banco e strada Conceria e avendo a riferimento la chiesa di San Domenico, ormai ai margini della città vecchia. Alla fine del 1800 li troviamo in via Napoli, strada che, con il corso Ferdinandeo, è una delle direttrici su cui i costruttori concentrano la loro attenzione e i loro investimenti per l’ampliamento della nuova città. Siamo in un periodo in cui i mastri muratori diventano costruttori e speculatori, ma anche veri e propri architetti, artisti della pietra capaci di dar corpo ai desideri dell’alta-borghesia barese, della quale presto entrano anche loro a far parte. E’ in una casa di via Napoli che muore nel febbraio del 1896 Chiara Schirone, mentre don Felice Colonna, mastro scalpellino, morirà nel 1908 in una casa di via Manzoni, strada nella quale viveva il figlio Luigi.

Dei loro tredici figli, procreati in 19 anni e con un ritmo di uno ogni anno e mezzo circa, sette muoiono appena nati o non superano il terzo anno di vita. Il primo figlio a raggiungere l’età adulta è Girolamo Filippo, che nasce nel 1847 e a 22 anni sposa Arcangela Zonno, figlia del fu Michele, ferraro in vita, e Grazia Vitucci, sorella di Antonia Vitucci, moglie del muratore Marino Massari, famiglia di costruttori edili di cui parliamo in Marino Massari e Antonia Vitucci. Girolamo sarà anche lui uno scalpellino e il fatto che si sposa con una ragazza appartenente a famiglie di artigiani specializzati nell’edilizia non è certo casuale. Muore nel 1901 nella casa di via Garruba, la moglie è ancora viva. Nel 1848 nasce Angela Saveria che sposa nel 1873 Francesco Luciani, pittore, figlio di un maestro di scuola, dal quale nei due anni precedenti aveva già avuto due figli. Bartolomeo Domenico nasce nel 1850 e sposa nel 1875 Anna Lorusso, orfana; anche lui verrà definito nei suoi atti muratore e scalpellino, muore nel 1929 nella casa di via Dante, la moglie è ancora viva.

E veniamo ai figli più illustri di Felice, citati da Pasquale Sorrenti nel suo “Pittori, scultori, architetti e artigiani pugliesi dall’antichità ai nostri giorni”, Levante Editore, Bari 1990.

Nicola nasce nell’ottobre del 1862, sposa nel dicembre del 1887 la sedicenne Angela Schirone, figlia di Giuseppe e Teresa Costantino, in pratica sua cugina, poiché Giuseppe Schirone è il fratello minore di Chiara. Nicola è stato un artista, “un pittore di buon mestiere”, che ha decorato palazzi signorili a Bari, tra cui Palazzo Colonna Derobertis in via Crisanzio e Villa De Grecis, lavorò in Grecia, a Corfù, e si specializzò in pitture a carattere religioso, in chiese di Bari (Sant’Antonio e San Francesco da Paola) e dell’entroterra (San Rocco a Bitritto e Santa Maria dell’Assunta a Sannicandro). E’ “padre di una moltitudine di pittori”, tra cui Felice, Umberto, estremamente prolifico, e Anna. Nicola muore nel 1948.

Luigi nasce nel dicembre del 1863 e nello stesso mese di venti anni dopo (1883) sposa Grazia Elia. A lui è dedicata una bellissima scheda tratta dal vol. I di “Puglia d’Oro” di Renato Angiolillo (cit.) dove viene definito mastro scalpellino, uno dei migliori costruttori baresi, “non il semplice edificatore, senza arte e senza stile” ma capace di realizzare opere luminose e degne. Uno scalpellino, costruttore, praticamente architetto, che ha firmato tra gli altri Palazzo Colonna sul lungomare di Bari e villini liberty di prestigio di famiglie molto in vista in città. Muore il 20 dicembre del 1942 e il suo necrologio pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno il giorno successivo lo ricorda “Costruttore geniale, artista profondo il cui nome è indissolubilmente legato alle opere più ardite nel campo dell’arte edilizia”. Sorrenti lo definisce “intraprendente imprenditore e intraprendente ganimede, nella tarda vecchiaia, e figura caratteristica di buontempone e di sfottitore bonario”.

Vito, nato nel novembre del 1865, sposa nell’agosto del 1889 Maria Ventrelli, civile, figlia di Saverio, impiegato di famiglia di impiegati, e Vita Maria Bottalico appartenente a una famiglia di commercianti. Vito è stato un pittore decoratore che, secondo Sorrenti, “ebbe una discreta mano artigianale”.

Ringrazio una delle pronipoti di Vito (di cui seguiremo la discendenza) per avermi parlato della famiglia Colonna e avermi permesso di approfondire una genealogia alquanto interessante e di grandissimo prestigio per la città di Bari e la Puglia intera.

 

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