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Categoria principale: Famiglie
Categoria: Iacobone
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Nel giugno del 1893 i due rami della famiglia Iacobone, nei quali si era scissa la famiglia di Pasquale Iacobone e Luigia Casamassima negli anni Venti del 1800, si ricongiungono grazie alle nozze di Domenico e Dorotea Iacobone, uniti da un legame parentale diretto in quanto sono procugini.

Domenico è infatti il cugino diretto del papà di Dorotea ed è figlio di quel Francesco Iacobone che aveva lasciato Canosa da bambino per trasferirsi a Bari con la sorella maggiore e costruirsi qui una vita sociale e lavorativa di tutto rispetto, anche grazie ai legami parentali che era riuscito a costruire con la famiglia Fresa e i loro notabili congiunti. Dorotea è la figlia di Pasquale Iacobone, figlio di Domenico Iacobone (fratello del succitato Francesco), artefice dell’affermazione sociale ed economica della famiglia a Canosa nella metà dell’Ottocento grazie alle sue attività di commerciante di vino. Nonostante il legame parentale diretto i due ragazzi non presentano dispense per poter contrarre matrimonio. Un matrimonio che, da un lato, conferma il fatto che il ramo barese e il ramo canosino della famiglia non si sono mai persi di vista, dall’altro conferma la tendenza delle famiglie alto-borghesi a non disperdere la ricchezza fuori dal loro entourage e a scegliere per le ragazze matrimoni direttamente collegati alle attività dei padri. Le nozze di Domenico e Dorotea possono infatti essere lette come un vero e proprio affare in famiglia: gli Iacobone di Canosa e quelli di Bari uniscono la loro arguzia nelle attività commerciali e la loro forza economica per consolidare la loro posizione sociale nel comune capoluogo di regione. Eh sì…perché queste nozze rappresentano il primo passo per il trasferimento a Bari dello stesso Pasquale Iacobone fu Domenico, venditore di vino e grossista di derrate alimentari, poi industriante, infine possidente, che proprio in città morirà nel 1902.

Il giovane sposo Domenico Iacobone fu Francesco è a sua volta un venditore di caffè (mestiere ereditato dal padre morto quanto lui era bambino), ben inserito nell’entourage dei commercianti baresi, ai quali è imparentato grazie ai matrimoni delle sorelle e dei fratelli maggiori. Dotato di grande spirito di iniziativa, Domenico cambia tipologia di prodotti in cui commercia (probabilmente come grossista) dedicandosi all’argenteria e agli oggetti per la casa e poi ai tessuti. Nei racconti di famiglia è ricordato come un distinto signore dai capelli rossi, che indossava l’orecchino, allora simbolo di ricchezza, portava un bastone con pomello di avorio, cilindro e mantella, che viveva in case eleganti con il telefono al centro di Bari e aveva la servitù in livrea in casa. Domenico viene ricordato con il titolo nobiliare di conte, notizia di cui non è stata trovata alcuna conferma al momento.

Dorotea, dai lunghi capelli neri che venivano pettinati e acconciati dalla pettinatrice personale, viene ricordata come una donna dalla salute cagionevole, il che spiegherebbe la scelta del padre di darla in sposa a suo cugino. Un cugino che potrebbe essere stato per lui come un figlio, in quanto il giovane Domenico era rimasto orfano di padre a dieci anni ed essendo coetaneo dei figli del cugino Pasquale Iacobone di Canosa, potrebbe essere stato in qualche modo accolto a casa sua già da bambino.

Domenico e Dorotea hanno tre figli. Vittoria nasce nell’aprile del 1894 in una casa in contrada Carbonara, probabilmente una villa in campagna, sposa il commerciante Vito Pellecchia negli anni Venti del 1900 restando vedova nel 1943, e gestirà un negozio di cappelli in via Beatillo. Francesco nasce nel 1896 nella casa di via Caffarelli (oggi via Dante), diventerà rappresentante di tessuti, legato per affari e parentela ai migliori commercianti e negozianti di tessuti e vestiti del centro di Bari, e sposerà nel 1921 Erminia Pensieri, appartenente alla famiglia Massari per parte di madre. Ester Loreta nasce nel 1899 nella casa di via Roberto da Bari, rimane nubile e muore di broncopolmonite e insufficienza cardiaca nel gennaio del 1935 nella casa di via Villari. Sia Vittoria che Ester avevano i capelli rossi e vengono ricordate come due donne distinte ed eleganti. Ester, detta Esterina, che faceva da tata ai figli dei suoi fratelli, è sempre stata ricordata come una ragazza molto dolce, dai lunghi capelli rossi, la cu morte precoce lasciò tutti piuttosto scossi. Questo episodio è sempre stato collegato, nei ricordi dei parenti, anche alla rottura dei legami tra Domenico e i suoi figli maggiori, tra i quali c’erano dissapori dovuti alle sue seconde nozze.

Dorotea infatti muore nel febbraio 1929, a 59 anni, nella casa di via Argiro n. 24, ufficialmente di bronchite asmatica, a denunciare la morte il genero Vito Pellecchia. E il vedovo Domenico sposa nell’aprile del 1931 la cognata e procugina Luisa Iacobone, sorella di Dorotea, a sua volta vedova del militare Menotti da Ponte. E’ il figlio di Luisa, Gaetano da Ponte, che presta servizio nella milizia volontaria del Partito Fascista, a fare da testimone nell’atto di morte della cugina Ester. Il legame di Domenico con la famiglia da Ponte si conferma anche alla sua morte avvenuta nell’agosto del 1939, visto che è sepolto nel cimitero di Bari insieme alla figlia della seconda moglie Luisa, Angela, morta nel 1983.

Finché Domenico e il figlio Francesco sono rimasti in vita, la famiglia ha mantenuto una posizione socio-economica di prestigio, anche durante il periodo fascista, in quanto legati per parentela ad alcuni funzionari del Fascio. Poi la morte improvvisa di Francesco nel 1945, per quello che dovrebbe essere stato un tumore al fegato o al pancreas fulminante, e i cambiamenti radicali della società barese degli anni Cinquanta e Sessanta, hanno allentato i legami degli eredi di Francesco con gli altri rami degli Iacobone e con il loro passato.

Francesco Iacobone ed Erminia Pensieri 

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